Basilico

Ocymum basilicum L.

Labiatae

Il termine “basilico” deriva dal greco “basilikos”, che significa “erba degna di re”, per la grande rilevanza conferita a questa pianta.

Pianta annuale originaria dell’Asia tropicale è coltivata ovunque come condimento e talora è subspontanea. Esige terra ricca di humus, posizione calda e frequenti innaffiamenti. 

Esistono molte varietà di basilico; le più comuni sono il “basilico genovese” dal profumo acuto, il “basilico napoletano” a foglia di lattuga ed il “basilico siciliano” (noto come varietà minimum), con foglie più piccole e dal profumo molto intenso. Un’altra varietà apprezzata per il colore delle foglie è il “basilico nero“. 

E’ una pianta aromatica tipica della cucina mediteranea. La differenza nell’aroma delle diverse varietà rende peculiari i piatti delle cucine regionali (come ad esempio il “pesto alla genovese”, il “pesto trapanese”, ecc.). Il basilico ha proprietà digestive e antispasmodiche. Si usa inoltre in cosmesi, in erboristeria e in aromaterapia. 

Il basilico era noto già al tempo degli Egizi, che lo impiegavano nelle cerimonie religiose e per preparare il balsamo per la mummificazione. Presso i Romani, oltre ad essere simbolo degli innamorati, figurava tra gli aromi usati in cucina. Nel Medioevo gli si attribuivano poteri magici: era utilizzato come difesa contro il basilisco, una creatura mostruosa dalle sembianze di serpente velenoso. Nel Decamerone di Boccaccio, si narra che Elisabetta da Messina seppellì la testa del suo amante in un vaso di basilico annaffiandolo con le sue lacrime.

 

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