Aneto

Anethum graveolens L.

Umbelliferae

Il nome “Anethum” deriva dal greco “anethon” (= anice), mentre “graveolens” deriva dal latino “gravis” (= pesante, forte) + “olens” (= sentore), ossia “dal forte odore”.

E’ una pianta erbacea annuale con piccoli fiori gialli, originaria del Medio Oriente (Asia sud-occidentale). In Italia, così come in tutta l’Europa meridionale, è coltivata e di rado naturalizzata. Predilige i terreni asciutti e le aree temperate.

L’aneto è stato utilizzato dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per il suo profumo e le sue virtù medicinali. In particolare i Romani ritenevano che accrescesse la forza fisica, per i gladiatori era quindi un ingrediente indispensabile da aggiungere senza parsimonia ad ogni vivanda. Contiene olio essenziale, mucillagini, tannini e resine che gli conferiscono proprietà aromatiche, digestive, antispasmodiche e carminative. 

Oggi è molto utilizzato in Germania, Polonia, Russia e Scandinavia, ma anche in India ed in numerosi altri paesi del mondo. Le foglie, fresche o secche, sono impiegate per aromatizzare differenti preparazioni culinarie, quali insalate, pesci, carni e salse. I frutti (chiamati erroneamente semi per le loro piccole dimensioni), molto aromatici, sono ideali per profumare l’aceto, le conserve, i funghi e le verdure sott’aceto; sono inoltre usati per profumare liquori e confetture. Utilizzato in infusione, l’aneto costituisce un eccellente stimolante del sistema digestivo.

 

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