Intervista all'Orto Botanico
Sono situato nel centro urbano della citttà di Messina, fui realizzato tra il 1883 e il 1889, ma ho subito una notevole riduzione della mia superficie in seguito al terremoto del 1908, che distrusse quasi per intero la città. Oggi occupo una superficie di circa 8000 mq.
Al 1638 risale la fondazione del mio antenato, il primo Orto Botanico messinese, che però fu distrutto dagli spagnoli dopo 40 anni. Nel 1883 fui fondato io, l’attuale Orto Botanico.
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Sono un polmone verde nel cuore cittadino con flora esotica frammista a flora autoctona mediterranea.
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Nei miei spazi sono presenti circa 6000 piante in piena terra e in vaso; la collezione di piante succulente consta di 3500 specie coltivate in piena terra, in vaso e in una specifica serra; le Cycadaceae sono circa 80 di cui alcuni importanti esemplari in piena terra; le Piante carnivore sono un centinaio; le specie a rischio di estinzione del territorio messinese sono alcune decine di specie.
Le collezioni più numerose sono quelle delle Piante succulente e delle Caudiciformi; la più preziosa è quella delle Cycadaceae; la collezione più importante ai fini della conservazione della biodiversità è quella delle Specie a rischio di estinzione del territorio messinese.
Conservo "la pianta più rara” del territorio messinese: il Limonium di Capo Alì (Limonium sibthorpianum) piccola pianta rupicola di Capo Alì (Messina), salvata dall’estinzione grazie ai miei collaboratori, che da oltre un decennio si occupano della sua riproduzione e conservazione. E’ stata scelta come logo per rappresentarmi.
“La pianta ritrovata” è invece la Salvia incisa (Salvia ceratophylloides), endemica della colline sabbiose intorno a Reggio Calabria, ritenuta estinta da quasi un secolo, è stata ritrovata nel 2006 e riprodotta nei miei spazi, dove fiorisce e fruttifica regolarmente.
“La pianta estinta in natura” è la Fontanesia (Fontanesia phylliraeoides), arbusto tipico del Mediterraneo centro-centrorientale, in Italia ritenuto estinto perché non più rinvenuto allo stato spontaneo.
“Il fossile vivente mediterraneo” è la Felce bulbifera (Woodwardia radicans), una rara e rigogliosa felce relitta del Terziario che cresce in una località della Campania e in alcune forre umide della Calabria meridionale e della Sicilia nord-orientale. Le sue foglie possono raggiungere i 3 metri di lunghezza.
Tra gli scienziati più famosi che frequentarono l’antico Orto Botanico di Messina ricordiamo Marcello Malpighi, che fu chiamato a dirigere l’Orto Botanico nel 1662 e qui fece una serie straordinaria di osservazioni e scoperte attraverso l’uso del microscopio. La più importante di queste fu certamente la dimostrazione che tutti gli organi animali e vegetali hanno una costituzione modulare, le cui unità elementari sono tanto minute da essere osservabili solo al microscopio. Quelle di Malpighi furono dunque le prime osservazioni di cellule vive!
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L'Erbario storico siciliano (circa 8500 campioni) e l'Erbario moderno (7500 campioni), l'Index seminum, con semi di specie autoctone mediterranee raccolte in situ, messo on-line sul sito dell’Orto Botanico.