Carrubo

Ceratonia siliqua L.

Leguminosae

Il termine “Ceratonia”, deriverebbe dal greco “keràtion” (= “piccolo corno”), poiché nel frutto i baccelli terminano a forma di corno; potrebbe esserci anche qualche derivazione dal vocabolo greco “keraunòs” (= fulmine), infatti, secondo una leggenda greca, il carrubo nacque dal corno di un toro che venne colpito da un fulmine. 

Il carrubo è probabilmente originario dell’Asia Minore, da cui si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, grazie alla coltivazione praticata sin dall’antichità. Attualmente è presente lungo le coste del Marocco, in Egitto, Israele, Siria, Turchia, Grecia, Albania, Italia meridionale, Francia, Spagna e  nelle isole del Mediterraneo.

I suoi frutti, detti “carrube”, sono legumi indeiscenti, carnosi, eduli, impiegati anche come alimento per gli animali; . La polpa ha vari usi nella medicina popolare: fresca come lassativo, secca come antidiarroico; agisce contro la tosse e l’irritazione della gola.

 
I semi, detti “carati”, hanno tutti  peso esattamente uguale e per questo servivano in passato come unità di misura per il peso delle pietre preziose.  Corteccia e foglie contengono tannini. Il legno, molto venato, può essere usato per lavori di tornitura. 

Il carrubo è una sclerofilla di ambienti aridi della regione mediterranea; allo stato spontaneo tende ad avere portamento arbustivo; se coltivata assume portamento arboreo con chioma espansa; è un elemento caratteristico del paesaggio del sud della Sicilia e ben si adatta ad essere inserito nei giardini mediterranei come elemento arboreo; tollera bene il caldo ed è usata anche per proteggere e valorizzare i terreni poveri e sassosi.

Ceratonia siliqua è una specie dioica; nell’Orto Botanico è presente un individuo pistillifero (femminile).
 

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